Per idranti, noti anche come 'bocche da incendio', si intendono quegli apparecchi che, posti nei centri abitati, funzionano come distributori d'acqua che vengono azionati solo in caso di emergenza, aiutando così la lotta contro gli incendi.
Posti nei luoghi più diversi, ma sempre lontani da zone pericolose e protetti da eventuali danni esterni, per il loro funzionamento, gli idranti devono essere collegati ad un sistema di rifornimento idrico che, a richiesta, in ogni momento, deve poter garantire l'acqua senza però richiedere eccessive e complicate manovre.
Qualunque tipo di idrante per incendi deve poter fornire dai 4 ai 12 litri d'acqua ogni secondo, per un carico che può variare da un minimo di 30 ad un massimo di 60m di altezza.
Questa agevolazione nel loro utilizzo, queste regole di prestazione e questa rigidità sul sito in cui gli idranti devono essere posti, si spiegano tutte dall'uso, in quanto, in caso di incendio, la tempestività è d'obbligo; nonché dalla necessità di una sicura ancora di salvezza, che deve sempre risultare perfettamente funzionante, nel caso di emergenze.
A garantire la buona qualità e funzionalità dell'idrante poi, qualunque sia il modello, è necessario che sopra vi sia riportato il marchio 'CE', che indica che l'idrante in questione è conforme alle orme Italiane ed Europee.
In ogni caso però, è sempre bene ricordare che gli idranti, per la loro importante funzione, necessitano spesso di manutenzione ed, ancora di più di controlli che ne verifichino e certifichino il corretto funzionamento.
Per i molteplici luoghi in cui possono essere posti, e soprattutto in cui la loro presenza si rivela fondamentale per la sicurezza, gli idranti possono essere divisi in tre tipi, ossia: idranti a muro (presenti all'interno degli edifici sotto forma di lunghe tubazioni avvolte su sé stesse e protette da cassette di vetro di sicurezza), idranti sottosuolo ed idranti soprasuolo.